Quando lo Psicologo? Quando ci si vuole bene!

Si, perché a prescindere dalla motivazione che può portare a chiedere un consulto ad un professionista, questo è il primo coraggioso passo verso il “prendersi cura di sé”.

Talvolta la motivazione a chiedere l’aiuto dello psicologo arriva da condizioni di sofferenza psichica, di disagio, di insoddisfazione, che si cronicizzano nel tempo, e che possono portare a delle ripercussioni importanti sulla propria vita sociale, familiare, lavorativa e scolastica.

Di seguito alcune delle più comuni situazioni che portano la persona a rivolgersi ad uno psicologo:

  • comparsa di uno o più sintomi psicologici che intaccano la qualità di vita ed il benessere della persona (depressione, attacchi di panico, ansia generalizzata, fobie, insonnia, disturbi alimentari…) e di chi gli sta accanto;
  • malesseri o dolori di natura somatica che possono non avere una causa medica nota (cefalee, nausea, mal di stomaco, cistiti, vertigini, tachicardia, disordini immunitari,…);
  • consapevolezza di ripetere sempre lo stesso errore e lo stesso copione, insoddisfacente e doloroso, senza riuscire ad uscirne (sbagliata scelta del partner, riemergere delle stesse problematiche con partner diversi, dipendenza affettiva, incapacità di portare a termine i propri obiettivi di vita o di poterne definire,…);
  • difficoltà emotive (incapacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, difficoltà a stare con le emozioni,…);
  • ricorrenti lamentele da parte delle persone più vicine che riferiscono alla persona che qualcosa nelle relazioni con loro non va, e consigliano di parlarne con uno psicologo (comportamenti problematici in ambito familiare, sociale o relazionale, dipendenze, ecc.)
  • difficoltà ad affrontare ed elaborare in maniera costruttiva un momento difficile della propria vita: un lutto, una malattia, un cambiamento  (città, lavoro, casa ecc), un divorzio, una maternità, la menopausa, un figlio grande che si sposa o se ne va di casa ecc.

 

Ma non sempre rivolgersi allo psicologo significa trovarsi in una situazione di disagio! Infatti, un’altra grande motivazione che spinge le persone a questo passo importante è quella di conoscersi, guardandosi dentro, e quindi di crescere:

 

  • migliorando la propria qualità di vita attraverso un percorso di conoscenza del proprio valore, delle proprie risorse e potenzialità, delle proprie caratteristiche interiori, affrontando un percorso di crescita personale e di consapevolezza;
  • definendo obiettivi specifici, realistici, attribuendo modalità e tempi per il loro raggiungimento;
  • guardando al proprio passato, in un contesto di protezione che è quello della relazione di cura, ridefinendo ciò che ancora può essere utile per la propria storia di vita e scegliendo cosa lasciar andare;
  • prendendo nuove decisioni di vita, orientate al benessere proprio e al qui ed ora, in accordo con i bisogni autentici della persona.
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